SABATO 12 NOVEMBRE 2022


Conferenze presso il Palazzetto dello Sport di Rovereto – Area Conferenze

 

Sessione 5

Osservatori meteorologici storici

Quello che oggi conosciamo del clima del passato lo dobbiamo soprattutto all’attività sistematica di misura della temperatura dell’aria, della pressione atmosferica, delle precipitazioni e di molte altre variabili meteorologiche effettuate quotidianamente negli osservatòri meteorologici e trascritte assiduamente su appositi registri.

09:00 Michele Brunetti, Istituto di scienze del’atmosfera e del clima (CNR-ISAC)

L'importanza degli osservatori storici per lo studio del clima

L’Italia ha avuto un ruolo di grandissimo rilievo nella nascita e nello sviluppo della meteorologia moderna, basti pensare che molti strumenti meteorologici sono stati inventati in Italia e anche quella che
può essere definita la prima rete osservativa internazionale, quella dell’Accademia del Cimento, è stata fondata a metà del XVII secolo a Firenze dal Principe Leopoldo de’ Medici e dal fratello Ferdinando e gettò le basi scientifiche per queste discipline. Non deve stupire che nel nostro Paese siano presenti Osservatori meteorologici con oltre due secoli di storia, nati ben prima dell’Unità d’Italia, durante i quali hanno registrato con continuità i diversi parametri meteorologici nonostante i profondi cambiamenti politici e amministrativi avvenuti intorno a loro. Questi Osservatori ultracentenari sono testimoni fedeli di un clima che è notevolmente cambiato nel tempo e che, grazie al loro prezioso contributo, può essere ricostruito in modo affidabile per comprenderne le complesse dinamiche. Gli Osservatori stoici sono un importante patrimonio da difendere e preservare anche per il futuro.

09:30 Maria Carmen Beltrano, Advisory Board del Programma di riconoscimento delle stazioni centenarie, Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM)

Il programma dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale per il riconoscimento e la valorizzazione degli osservatori meteorologici storici

L’OMM ha avviato diversi anni fa un programma per il riconoscimento delle “stazioni di osservazione centenarie”, le cui serie meteorologiche, è noto, sono di grande utilità per gli studi sul cambiamento climatico. Il riconoscimento è assegnato, mediante un idoneo meccanismo di valutazione, agli osservatori, alle stazioni termo-pluviometriche, mareografiche, idrometriche e di radiosondaggio. Il programma promuove indirettamente standard di osservazione e buone pratiche di raccolta dei dati, fattori che favoriscono la generazione di serie temporali di alta qualità, più facilmente esportabili e utilizzabili. Il riconoscimento mira anche a sensibilizzare i Governi e le Istituzioni che gestiscono le stazioni storiche a tutelarle e ad assicurarne la continuità operativa anche nel futuro.

10:00 Alessio Bozzo, European Organization for the Exploitation of Meteorological Satellites (EUMETSAT) e Filippo Orlando, Fondazione Museo Civico di Rovereto

L'Osservatorio meteorologico storico di Rovereto

Fondato nel 1882, l’osservatorio meteorologico di Rovereto presso l’ex-convento francescano di San Rocco raccoglie da 140 anni le osservazioni dei principali parametri atmosferici in città. La continuità delle osservazioni, garantite con diligenza per molti anni dai Frati Francescani, e le poche interruzioni di servizio, fanno della serie meteorologica storica di Rovereto una risorsa unica per documentare l’evoluzione del clima nella valle dell’Adige nell’ultimo secolo. La storia dell’osservatorio è intrecciata a quella della città, del Convento Francescano, della Fondazione Museo Civico di Rovereto e delle persone che hanno prestato il loro servizio per permettere che la staffetta non interrompa e possa continuare ancora oggi a documentare la meteorologia roveretana. L’osservatorio è stato recentemente insignito della qualifica di Centennial Observing Station dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, andando ad aumentare il già notevole numero di osservatori meteorologici storici italiani di rilevanza internazionale. Ripercorriamo la storia
della specola, l’importanza della sua serie di osservazioni meteorologiche e il progetto di valorizzazione digitale attraverso una storia di citizen science che raccoglie la preziosa eredità di un museo, donandole nuova linfa attraverso il web.

10:30 Antonio Raschi, Istituto per la BioEconomia - Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IBE)

Gli Osservatori Meteorologici Storici e il loro ruolo nella climatologia urbana moderna

La crescita delle città costituisce uno dei fenomeni più importanti della nostra epoca: in tutto il mondo la popolazione tende a concentrarsi negli insediamenti urbani e già oggi più della metà degli abitanti della Terra vive nelle città, mentre all’inizio dell’Ottocento i cittadini erano solo 5 persone ogni 100. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMM) stabilisce che «L’ambiente è un fattore determinante per la salute in Europa». Le recenti ondate di calore che hanno colpito molte città europee hanno causato innumerevoli problemi per la salute dei cittadini. Altre analisi riportano che oltre 40 milioni di persone in 115 grandi città dell’Unione Europea (UE) sono esposte a livelli di alcuni inquinanti atmosferici spesso superiori ai valori guida indicati dalla stessa organizzazione. Gli Osservatori Meteorologici Storici sono dei punti di osservazione privilegiati per lo studio di tutti i fenomeni meteorologici e atmosferici che avvengono su scala urbana. Detengono un patrimonio di dati storici e di strumentazione che ci consente di valutare le dinamiche dei cambiamenti in atto, e sono da sempre un punto di riferimento per istituzioni e cittadini. Durante l’intervento si presentano le attività dell’OMM per il sostegno agli Osservatori Storici; si delineano il profilo degli osservatori storici italiani aderenti alla rete OMSI (Osservatori Meteorologici Storici Italiani), e si prospetta il ruolo che gli Osservatori Storici possono avere, e in parte già hanno, nel monitoraggio del metabolismo urbano, ovvero nella misura dell’entità delle attività antropiche su scala cittadina, attraverso l’applicazione di tecniche di indagine micrometeorologica.

11:00 Samantha Pilati, Fondazione Osservatorio Meteorologico Milano Duomo

Monitorare il clima urbano: passato, presente e futuro

Il clima delle città differisce sensibilmente da quello delle zone rurali circostanti a causa dello sviluppo urbanistico. Considerando che più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbanizzate, con continua e marcata tendenza all’aumento nei prossimi anni, è di fondamentale importanza la conoscenza dettagliata del clima urbano, che richiede moderni sistemi osservativi. Fondazione OMD, che trae le proprie origini dalla lunga tradizione osservativa di Milano Brera, monitora e studia il clima delle principali città italiane tramite l’utilizzo della propria rete di stazioni meteorologiche dedicate e in sinergia con altre realtà.
La collaborazione con organi istituzionali, enti del terzo settore e utilities ha reso possibile, all’interno del Progetto ClimaMi, calcolare indicatori climatici per specifiche applicazioni, mappe di temperatura dell’aria ad alta risoluzione spaziale e linee segnalatrici di possibilità pluviometrica per l’area milanese, facendo anche ricorso ai dati satellitari e modellistici resi disponibili da Copernicus. I dati climatici calcolati hanno permesso sia un confronto coi dati della serie storica di Brera, che ha messo in luce un rapido mutamento del clima cittadino negli ultimi decenni, sia il loro utilizzo da parte di progettisti, pianificatori e urbanisti,
in un’ottica di adattamento al cambiamento climatico locale.


Sessione 6

La rilevanza della meteorologia per la società di oggi e domani

Pochi altri settori hanno un impatto sulla vita quotidiana di tutti e sull’esistenza di intere collettività come la meteorologia. Gli interventi di questa sessione offrono uno spaccato di iniziative, progetti, e collaborazioni nelle quali si concretizza il ruolo della meteorologia nella società.

14:00 Paolo Corazzon e Luca Pace, 3B Meteo

Meteorologia 2.0: le previsioni del tempo in 3B Meteo, nella continua sfida dettata dai cambiamenti climatici

L’attenzione che l’opinione pubblica sta riservando al tempo e al clima è sensibilmente aumentata negli ultimi anni. Merito di questo accresciuto interesse è da attribuire alla maggiore esposizione che i mezzi di informazione, primo tra tutti internet, stanno dando all’argomento, a un’aumentata attendibilità e fruibilità delle previsioni del tempo e, non ultimo, alla consapevolezza che sul nostro pianeta siano in atto cambiamenti climatici più o meno evidenti. E così oggi tutti si sentono esperti in materia. Ma quanti lo sono veramente? In questo incontro apriamo le porte di 3Bmeteo per accompagnarvi alla scoperta del più
grande centro meteorologico privato d’Italia, primo in Europa a essere riconosciuto come rispettoso delle linee guida del World Meteorological Organization: modelli fisico-matematici, strumenti previsionali, tecniche di previsione, la divulgazione dell’informazione meteorologica e tanti altri aspetti che compongono la giornata tipo dei 20 meteorologi certificati di 3BMeteo. Analizzeremo insieme i traguardi raggiunti dalla meteorologia moderna e gli obiettivi futuri, in una continua sfida segnata dal cambiamento climatico in atto, sfida che vede 3BMeteo costantemente in prima linea.

14:30 Enrico Di Muzio, Meteotrentino

Il progetto Interreg "TINIA - Bollettino meteorologico per l'Euregio”

L’obiettivo principale del progetto Interreg “TINIA - Bollettino meteorologico per l’Euregio” è la creazione di un sito innovativo con previsioni meteorologiche in tre lingue - tedesco, italiano e inglese - per l’intero territorio dell’Euregio. Il progetto, prossimo ormai alla sua conclusione, vede la collaborazione dei servizi meteo di tutti e tre i territori dell’Euregio: la sezione tirolese della ZAMG (Zentralanstalt für Meteorologie und Geo-dynamik), Meteo Alto Adige e Meteotrentino. Grazie alle attività svolte si avranno notevoli vantaggi sia per i tre servizi meteo sia, soprattutto, per la popolazione dell’Euregio. I primi potranno beneficiare di una qualità più elevata delle previsioni meteo, anche in virtù dell’acquisizione di sistemi tecnologici avanzati, e dall’altro di una collaborazione più intensa e strutturata che porterà miglioramento sia nell’organizzazione che a livello di produttività. La popolazione dell’Euregio avrà a disposizione un nuovo sito per le previsioni meteo, che non si fermeranno al confine tra un territorio e l’altro, ma saranno disponibili nello stesso formato e in più lingue: per offrire previsioni più accurate e affidabili ad abbattere le barriere geografiche e linguistiche.

15:00 Chiara Marsigli, Deutscher Wetterdienst (Servizio Meteorologico Tedesco) e Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae)

La cooperazione internazionale nel Consorzio COSMO

La meteorologia, è noto, non conosce confini, e lo stesso vale per le previsioni del tempo. I modelli meteorologici, per essere sviluppati e utilizzati, hanno bisogno della cooperazione internazionale: sia per raccogliere i dati sullo stato dell’atmosfera, sia per avere a disposizione strumenti di elevato livello scientifico, primo tra tutti il modello meteorologico stesso, che permettano di effettuare previsioni sempre più accurate e precise. L’Italia partecipa da oltre 20 anni al Consorzio di modellistica meteorologica COSMO, uno dei consorzi in cui il lavoro in questo ambito è organizzato a livello europeo. Questo intervento descriverà la cooperazione internazionale all’interno del Consorzio, e come i contributi dei singoli paesi possano portare a risultati di eccellenza, resi possibili anche da quella migliore conoscenza e stima reciproca tra i membri che anni di collaborazione permettono di costruire. Inoltre, si parlerà di come i vari paesi europei beneficino di molte occasioni di collaborazione e confronto, alcune strutturate in enti e progetti ed altre quasi volontaristiche, che costituiscono la base di una forte componente europea nel panorama internazionale della modellistica per la previsione del tempo.

15:30 Silvana Di Sabatino, Università di Bologna

Soluzioni-basate sulla natura come strumento per mitigare gli effetti negativi associati ai cambiamenti climatici

Partendo da una panoramica delle conseguenze negative associate ai cambiamenti climatici in questo seminario verrà introdotto il concetto di soluzioni-basate sulla natura. Si tratta di un nuovo modo, alternativo all’ingegneria tradizionale, di mettere in sicurezza i territori e contribuire all’adattamento ai cambiamenti climatici. Nello specifico, lo scopo è quello di illustrare con esempi concreti sul territorio italiano come funzionano le soluzioni basate sulla natura a partire dai risultati scientifici ottenuti attraverso diversi progetti europei dedicati allo scopo. Il seminario esplorerà alcuni degli elementi necessari per
implementare le NBS partendo dalla definizione, la classificazione, le metodologie per il monitoraggio e la modellazione, le metodologie per la valutazione del rischio nei sistemi socio-ecologici e il processo di co-creazione. Verranno presentati i risultati di successo come, ad esempio, la costruzione di una duna artificiale sulla costa dell’Emilia-Romagna come strumento per mitigare gli effetti delle inondazioni e l’erosione costiera; l’utilizzo di salicornia come strumento per mitigare il cuneo salino; l’utilizzo di vegetazione per rinforzare gli argini dei fiumi e alcuni altri esempi. Il seminario si conclude con una riflessione che riguarda come la scienza e il coinvolgimento attivo dei cittadini nel processo di trasformazione dei nostri territori siano necessari per costruire un futuro sostenibile.

16:00 Paolo Bonasoni, Istituto di scienze del’atmosfera e del clima (CNR-ISAC)

I Rifugi montani Sentinelle del clima

Le montagne possono essere considerate come vere e proprie sentinelle del cambiamento climatico, poiché risultano molto sensibili al riscaldamento globale. In questo contesto, i Rifugi e gli Osservatori di montagna possono assumere un ruolo attivo anche nel monitoraggio meteo-ambientale e nella ricerca scientifica, divenendo “piattaforme” ideali per raccogliere dati e misure meteo, studiare il clima e le sue variazioni, e fornire supporto per la rilevazione di molti parametri meteo-climatici. I dati raccolti in queste aree così particolari possono inoltre fornire informazioni utili per perfezionare la modellistica meteoclimatica. Possono inoltre divenire importanti centri di informazione e divulgazione scientifica riguardanti montagna e cambiamenti climatici. È in questo ambito che si inserisce il progetto “Rifugi montani sentinelle del clima e dell’ambiente”, che ha recentemente preso avvio a seguito dell’Accordo quadro CNR-CAI, e che sarà presentato nel corso del convegno.

16:30

Meteo senza frontiere

giro del mondo a “tempo” di Musica
Concerto del Coro Torre Franca con canti e melodie su temi della natura (con riferimento ad alcuni fenomeni meteorologici).
Dirige il Maestro Federico Bonato
Commenti di Valentina Colaiuda, AISAM e Sergio Pisani, AISAM

Si rinnova l’appuntamento tra musica e parole: per la terza volta, infatti, il Coro Torre Franca chiuderà il Festivalmeteorologia, proponendo un raffinato programma di brani dedicati a temi e ambienti naturali.Visto il consesso scientifico, però, i testi vengono simpaticamente analizzati, attraverso brevi commenti, con l’intento di porre in bella mostra i frequenti richiami ad argomenti meteorologici: il vento, la pioggia, la nebbia, la neve, le stagioni. Da qui il titolo dello spettacolo che, in linea con il tema principale del Festival, vuole evidenziare la dimensione internazionale della Meteorologia e l’assenza di qualunque frontiera nei confronti di questa particolare disciplina.


Mostra fotografica

"Alto Huallaga - Sviluppo Sostenibile e Lotta al Cambiamento Climatico"

Venerdì 11 e Sabato 12 novembre presso Palazzetto dello Sport di Rovereto


Partner: Mandacarù Onlus, CTM Agrofair, DICAM-Unitrento, Fondazione Edmund Mach

Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti.
In Perù dall’alleanza tra commercio equo e ricerca scientifica si sta sperimentando un nuovo modo di fare agricoltura per mitigare l’impatto del clima che cambia e rafforzare i contadini. Nella zona dall’Alto Rio Huallaga Mandacarù Onlus e CTM Agrofair, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento e con Fondazione Edmund Mach stanno operando a beneficio di contadini ex-cocaleros al fine di rafforzare le competenze agronomiche dei contadini produttori di baby banana e migliorarne le condizioni per l’accesso al mercato.